Dal 02 al 3 agosto 2016 Giorgio Travaglia, Martin Dejori, Titus Prinoth e Alex Walpoth hanno aperto Ricordi nebbiosi (IX- A1), una via d’arrampicata di quasi 1200m sulla parete nord ovest della Cima della Busazza (Gruppo della Civetta, Dolomiti).
Un anno dopo l’apertura della Via degli Studenti sulla mitica parete Nord-Ovest della Civetta in Dolomiti, l’estate scorsa i giovani alpinisti della Val Gardena Martin Dejori, Titus Prinoth e Alex Walpoth e l’amico genovese Giorgio Travaglia sono tornati nel stesso gruppo montuoso per aprire un’altra nuova via. Questa volta i quattro hanno scelto una linea sulla parete nord-ovest della Cima della Busazza, descritta da loro come “meno famosa, più nascosta, ma non per questo più facile.”
Dopo aver portato il materiale alla base della parete, i quattro hanno iniziato a salire velocemente una linea vicino alle vie Gilberti – Castiglioni e Casarotto (Giacomo Albiero, Giuseppe Cogato, Renato Casarotto, 1976) fino ai tetti gialli posti a circa 300m sotto la cima. Persino il sasso che ha colpito Martin Dejori non li ha rallentati più di tanto. A questo punto però sono iniziate le vere difficoltà: Alex Walpoth ha impiegato 4 ore per aprire il primo tiro sulla roccia gialla, poi nel tardo pomeriggio e Giorgio Travaglia ha iniziato a salire quello che si sarebbe rivelato il tiro chiave.
All’arrivo della notte i quattro hanno bivaccato su una piccola cengia a circa metà parete, mentre la mattina successiva hanno risalito le corde fisse e, raggiunto il punto più alto, prima Travaglia, poi Martin Dejori e infine Alex Walpoth hanno afrrontato il tiro chiave. A mezzogiorno però avevano salito soltanto 20 nuovi metri, superati non senza difficoltà su roccia non ideale. Su una sezione completamente liscia Walpoth ha piazzato a malincuore due spit a mano – gli unici nei 1170m di via – per complettare quel tiro dopo 8 ore complessive. “Fortunatamente sono stati gli unici, e anche se piantare uno spit è eticamente non bello, per noi la sicurezza è prioritaria” ha spiegato Walpoth, aggiungendo “D’altro canto, è anche etico proteggere la vita …”
Vista l’ora i quattro si erano già rassegnati a trascorre un’altra notte in parete, e all’arrivo del buio hanno salito l’impressionate, perfetto diedro scoperto dopo aver superato i tetti. In quel momento, racconta Walpoth “siamo stati avvolti da una piacevole calma. Abbiamo deciso che saremmo saliti fino in vetta. Poco prima di mezzanotte siamo arrivati sul punto più alto, con un meraviglioso stato interiore di appagamento e stanchezza. Abbiamo dormito in cima fino a quando siamo stati svegliati dai primi raggi del sole.”
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