Tommaso Sciannella, Bruno Vitale e Bruno Moretti presentano la splendida parete La Grande Muraglia di Sperlonga e tre delle sue vie d’arrampicata: I Sultani dello Swing (90m, 6c), I Guerrieri della Luce (5c+, 105m), Viaggio nel tempo (VII-, 135m).
Sperlonga, si sa, è la patria del calcare a gocce. Roccia super e grip inconfondibile su muri verticali battuti dal sole. Nell’immaginario collettivo i nomi di Sperlonga hanno segnato un epoca. Quella degli ottanta, in cui i big dell’arrampicata si scambiavano performance su queste lisce placche apparentemente insalibili, a due passi dai vertiginosi strapiombi del Monte Moneta e della Grotta dell’Aeronauta. I nomi di Andrea Di Bari, Stefano Finocchi, Alessandro Lamberti, Roberto Ciato, Paolo Caruso.. come anche quelli di Manolo, Roberto Bassi, Patrick Berhault, Giovannino Massari e molti altri ancora risuonano tra i diedri, le placche di questi luoghi e nelle pagine di qualche rivista patinata. Polvere di Stelle, Kajagogoo, Reggae per Maometto, Il Ricordo del tempo… sono solo alcuni dei tanti nomi che hanno reso celebri queste pareti.
Sperlonga è conosciuta come "la parete dell’old school", oggi forse un po’ demodè, dove i piedi vanno usati a mestiere e a dita deboli non è concesso giocare. Ce n’è per tutti i gusti gusti però. La Parete del Chiromante e La Fascia Superiore per i nostalgici dei muri verticali, gli strapiombi del Moneta e il Pueblo per chi ama "tirare". Questi settori ospitano insieme alla più recente Grotta dell’Arenauta alcuni dei monotiri più duri e più belli dell’Italia centro-meridionale.
C’è un luogo però, che siamo qui a presentarvi, forse sconosciuto ai più dove per anni l’arrampicata è stata interdetta che offre spazio a lunghi viaggi sulla roccia. Un luogo dove il monotiro viene messo da parte per lanciarsi su splendide multipitch tutte da scoprire. Un luogo di cui già negli anni 80 i "maestri" dell’arrampicata avevano scoperto l’indubbio potenziale. Questo luogo è la Grande Muraglia, a pochi passi dagli affollati settori eppure così distante per ambiente, tranquillità e stile d’arrampicata.
Un’imponente bastionata alta più di 100 metri, suddivisa in due grandi pilastri, dalla morfologia molto varia, che va dalle placche grigie a gocce ai muri gialli verticali, fino a sezioni anche molto strapiombanti. Un luogo nascosto, silenzioso, dove solo alle onde del mare è concesso un potente ruggito nelle giornate di maltempo.
Qui corrono vecchie linee pionieristiche dimenticate di Roberto Ferrante, Fabrizio Antonioli e Massimo Frezzotti: una su tutte “Allettomania” (il primo itinerario della parete) e vie leggendarie che hanno fatto storia di Fabio Delisi, Roberto Ciato e Giovanni Bassanini: "Overture sans fine", "Sciuscia’" e "Be Bop". Itinerari avveniristici, audaci e spettacolari per l’epoca, caratterizzati da elevate difficoltà e scarsissime protezioni. Aperti sempre dal basso. All’epoca queste vie erano tra i più difficili della regione e solo oggi, tardivamente, vengono riportati alla luce e posti nella giusta e dovuta considerazione. Poi anche qui, con timidezza e parsimonia i primi spit dall’alto aprono le porte all’era moderna. Nasce "I Sultani dello swing" di Roberto Ciato, Paolo Rocca e Cristiano Delisi. Una linea perfetta, a goccia d’acqua lungo il Pilastro di Sinistra. Negli anni ’90 poi, di nuovo il nulla. Un alone di silenzio e mistero avvolge questi luoghi. Un silenzio infranto solo sporadicamente da alcune apparizioni silenziose di Pierluigi Bini.
Oggi, a trent’anni di distanza dalle prime salite, l’interesse per questa meravigliosa parete è rinato soprattutto grazie all’opera di Bruno Moretti, seguito a ruota da Bruno Vitale, Paolo Bongianni e Pierluigi Bini che, accompagnati da tanti amici, hanno tracciato dal basso una grande quantità di linee, sportive ed alpinistiche, tutte meritevoli di essere salite. In questo oceano di roccia troviamo anche incastonati e sospesi due storici settori (Il Tempio e l’Anfratto) che ospitano alcuni tra i monotiri più duri della zona, la cui chiodatura risulta oggi purtroppo molto fatiscente.
Tutto questo è la Grande Muraglia; tesoro nascosto, luogo solitario, per anni dimenticato, che offre suggestivi scorci sul mare e sulle pareti circostanti. Un luogo cui non vi pentirete di aver dedicato almeno una delle vostre giornate di scalata….
Vi presentiamo tre itinerari molto diversi tra loro, per difficoltà, contesto storico e attrezzatura. Tutte e tre si snodano lungo il pilastro di sinistra della Grande Muraglia. Chiunque qui potrà trovare quindi il proprio terreno d’avventura ideale.
Grado
Lunghezza
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6c
90m
Aperta dall’alto, percorre muri verticali nella parte bassa e sezioni strapiombanti in alto. Linea per anni temuta, anche per lo stato fatiscente della chiodatura, può essere oggi percorsa in sicurezza grazie all’intervento di richiodatura di Bruno Moretti, Alessandro Nugnes, Bruno Vitale e Paolo Bongianni, che ne hanno fatto una super classica assolutamente da non perdere.
5c+
105m
VII-
135m
Ha un particolare valore culturale e storiografico in relazione ai luoghi “cult” di Sperlonga attraverso cui si sviluppano il sentiero d’accesso, la via e la discesa. Come altre vie aperte di recente dal basso e in modo tradizionale, intende riservare all’alpinismo classico e ai suoi estimatori, alcuni spazi di Sperlonga immersi in uno straordinario contesto naturalistico, a picco sul mare, disturbati solo dal rumore delle onde, rivalorizzando così questo sito “culla” dell’arrampicata del centro-Italia.
SCHEDA: La grande Muraglia, Sperlonga
Bibliografia: Blue Rock 2. 900 itinierari d’arrampicata tra Sperlonga, Gaeta “classica” e dintorni
di Bruno Moretti, Tommaso Sciannella, Bruno Vitale,
Verdone Editore 2012